Guardate, ne ho piene le scatole di quei ristornanti che ti presentano una sparpagliata di alimenti non meglio identificati e che a debita distanza tra loro sembrano volerti dire: “Io, bocconcino di carne, non ho nulla a che fare con quella gelatina là in fondo. Vedi quel punto e virgola di concentrato sciropposo ? Ecco delimita la mia zona di pertinenza”.
Insomma, andando palesemete contotendenza (o forse no, visto he la cucina tecno-molecolare-chic-pseudo-asiatica-anoressica sta stufando e ha già dato quel che doveva) dico: mi piacciono i piatti pesanti, “sgrondi”, papposi, che cavano sughi e umori da tutti i pori, preparazioni tipicamente occidentali che mutuano il loro sapere – e sapore – da i ricettari di cucina d’inizio secolo. O forse anche molto prima.
Parlo di stracotti, brasati, spezzatini dove forse si sentirà anche poco il sapore della carne – in un momento in cui questo purismo gastronomico procede per progressiva ablazione di ingredienti e verso metodi di cottura ridotti ai minimi termini – ma chissenefrega. Non ne posso più di tagliatine fredde al finto aceto balsamico.
Questi che vedete sono i messicani. Piatto milanesissimo che mantiene le caratteristiche si succulenza tanto ambite (da me). E il nome? Mistero assoluto. Non risulta esserci stata una “dominazione” messicana nei paraggi.
La ricetta è una delle tante varianti in circolazione. Le altre non le ho assaggiate, ma assicuro che questa è superlativamente saporita.
RICETTA
Ingredienti
- Lonza, 12 fettini sottili
- Carne macinata scelta, 300 gr.
- Carne di maiale macinata o salsiccia, 100 gr
- Prosciutto cotto, 50 gr.
- Panino, 1 piccolo + latte per bagnarlo
- Grana padano, 50 gr
- Prezzemolo tritato finemente, parecchio
- Aglio, 1 spicchio
- Carote, 2 grandi
- Sedano, 3 gambi
- Cipolla, 1 piccola
- Vino bianco, q.b
- Brodo di carne, q.b
- Noce moscata
- Sale, Pepe
- Salvia
- Farina bianca
- Olio extravergine di oliva
- Burro
- Concentrato di pomodoro, un cucchiaio
L’elenco degli ingredienti sembra una lista elettorale ma l’esecuzione non è così lunga.
Prendete il macinato e la carne o salsiccia di maiale e uniteli in una zuppiera, aggiungete il prosciutto anch’esso tritato, il panino ammorbidito nel latte e strizzato, il grana, il prezzemolo e l’aglio tritati. Aggiungete la noce moscata, il sale e il pepe. Mischiate bene gli ingredienti e poi riempite con questo impasto le fettine sottili di lonza (nel caso battetele un pò con il pestacarne). Accoppiate gli involtini e infilzateci due stuzzicadenti per tenerli iniseme e fermi. Ricordate di inserire tra un involtino e l’altro una grande e profumata foglia di salvia (←IMPORTANTE!). Infarinate gli involtini (←ALTRETTANTO IMPORTANTE!).
Ora preparate il sugo. Tagliate a tocchetti carota, sedano e cipolla. Scaldate un bicchiere d’olio con una noce di burro in una capace padella e uniteci il trito di verdure, il concentrato di pomodoro e qualche foglia di salvia. Fatele rosolare e appassire leggermente, poi uniteci gli involtini infarinati e cuoceteli qualche minuto per lato, in modo da fargli prendere colore. Poi irrorate il tutto con un bicchiere abbondante di vino. Aspettate che evapori e che il fondo torni a sfrigolare a questo punto coprite gli involtini con brodo di carne. Fate cuocere con il coperchio per 1 ora e mezzo circa a fuoco moderato. Il sugo dovrà essere morbido ma denso. Servire con il purè di patate.
VINO CONSIGLIATO a cura di GIORDANA TALAMONA
San Colombano al Lambro Doc
mm… io sono verdurifera. E i messicani sembrano le “quaiette” con le “e” di “the” che la mitica zia Mariuccia ci ha propinato tutta la vita. Vitello, mi pare, fosse la sua bestia. Della quaglia, ovviamente, neppure l’ombra!
Ciao Daniela anche io sono tendenzialmente vegetariana, non tanto per motivi ideologici ma di gusto. Non amo molto la carne. Ma certi piatti succulenti della tradizione mi ingolosiscono sempre.
per le quaiètte: sono un pò come gli useliì scapaàc…son proprio fuggiti
ciao! Aspetto una tua ricetta per la raccolta!
Allora… vediamo se ho capito: Sara cucina e Giordana… mangia! 😀
Mi è piaciuta tantissimo l’enfasi con cui a spada tratta ti sei schierata a pro degli stracotti. Ma io sono una fan anche dei quinti quarti (frattaglie varie) quindi non posso che appoggiare la cucina non proprio a vapore… Intendiamoci, la tagliatina ha il suo perchè soprattutto d’estate… ma vuoi mettere fare la scarpetta in un ricco intingolo con tutta la bocca sporca di sughetto invece che di finto aceto balsamico?? L’uno mi sa di grassa risata e bicchierazzo di vino rosso… l’altro di cena impostata e frizzantino leggerino.
BBoni sti messicani…
Ciao Sara, grazie del commento e della visita 🙂 il corniolo ha un sapore leggermente aspro e ben si sposa con i petyali di rosa o solo conla mela, diciamo che è una coccola in più.
Per quanto riguarda i tuoi messicani, essendo virtual/amica di parentesi sono pro scarpetta e pro sughi un pò “maialini” da gustare senza ritegno, a presto.
se il sapore è aspro sicuramente è la MIA marmellata! 🙂
Per i sughi e le pucce non ho ancora trovato qualcuno che resista…
Mai sentiti questi Messicani, però già da subito adottati: si capisce solo a leggere la ricetta che sono buoni! Come mi dico da un po’ di tempo quando leggo le cose buone “…slurp…appena torno a casa li provo…”
@ parentesi/Tiziana : Ihihi…diciamo che io cucino e Giordana beve. 🙂
Allora chi mangia? tutti gli altri…
Si, i mesiscani sono decisamente rustici e saporiti…….
Ciao a tutti.
Ho letto tante ricette diverse di “Involtini alla Massicana” ed in comune hanno che sono realizzati avvolgendo del macinato con una fettina di carne e chiudendola con una fettina di pancetta come fosse il poncho con cui i Messicani sono soliti avvolgersi x proteggersi da caldo e freddo; ecco donde deriva il nome di messicani che a molti è sconosciuto. Bay, Bay.