Davvero interessante questo connubio. Provatelo. Tra l’altro non è niente di che, facile e abbastanza veloce. Il sapore è spiccato, ma non prepondera quello dell’acciuga, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare.
L’idea – forse nemmeno troppo originale – mi è venuta dopo aver assaggiato uno spaghetto “tuttosapore” all’Osteria Pomiroeu di Seregno: una pasta cotta a puntino e condita in maniera inusuale con cacio e pepe, gambero rosso e tonno crudo al profumo di limone e briciole di pane tostato.
Purtroppo, in quella circostanza – come spiegherò un’altra volta – la pasta non me la sono nemmeno goduta, perchè vicino avevo il risotto delle mie brame.
Chiaro che questo spaghettino non ha molto a che vedere con quello dello chef stellato, ma ciò che mi interessava era il connubio formaggio+pesce (e limone). Bene, è venuta fuori una cosa deliziosa e, come vi dicevo, fresca, veloce e molto estiva.
Tra l’altro è stato un modo per ri-misurarmi con il mito della cacio e pepe, quella che fa intingolo, cremosa e vellutata.
Ma chi la fa così? Tutte le volte che la mangio mi sembra di assaggiare i fili elettrici. Ma è inteso che ciò che propongo non è una cacio e pepe tradizionale, quindi lungi da me l’intenzione di insegnarvi – qui – come si fa. Magari un’altra volta…eh?
RICETTA
Ingredienti (per 4 persone)
- Spaghetti, 280 gr
- Acciughe sott’olio, 4/5 filetti per persona
- Aglio, 2 spicchi
- Un limone con una bella buccia
- Pecorino romano, 150 gr
- Olio extra vergine d’oliva, q.b
- Pepe
- Acqua di cottura della pasta, q,b
- Basilico
In un mortaio (o nel mixer…ma se usate il mortaio è meglio) pestate le acciughe con 2 spicchi d’aglio e un pò d’olio extra vergine. Pestate fino ad ottenere una cremina abbastanza omogenea e morbida. Deve risulatre sufficientemente liquida in modo che si ammalgami perfettamente con la pasta, per questo aggiungete anche un pochino di acqua di cottura della pasta (senza esagerare!).
Grattuggiate 150 gr di pecorino e aggiungete una bella mano di pepe nero macinato a mano. Tagliate il limone a julienne.
Portate ad ebollizione l’acqua con pochissimo sale (la metà rispetto al consueto), aggiungetevi la pasta e scolatela molto al dente. Tenete da parte un paio di ramaioli abbondanti di acqua di fine cottura (quella con molto amido rilasciato), tenedola al caldo (coperta).
Ora eseguite l’assemblaggio seguendo pedissequamente quest’ordine:
- Condite la pasta con il pesto d’acciughe nella pentola (o in una ciotola calda).
- Prendete il cacio, il pepe e l’acqua di cottura e amalgamateli fino a formare una cremina.
- Impiattate.
- Distribute su ogni porzione la crema di cacio e pepe. Questa operazione dovrà essere veloce, non lasciate raffreddare il piatto.
- Aggiungete il limone e qualche fogliolina di basilico.
- A tavola…al trotto!
VINO CONSIGLIATO a cura di GIORDANA TALAMONA
Vermentino di Gallura Docg
io che non mangio quasi mai pasta, devo dire che questa mi stuzzica parecchio….complimenti quindi doppi ^______^
P.S. sono una risottara ;-))
Ciao , anche io sono una risottara, del resto che vuoi farci abitando in Lomellina 🙂
Ma la pasta non la disdegno. Son contenta che ti piaccia il connubio. A casa l’abbiamo divorata. Anche mio figlio di 2 anni e mezzo…..
Piatto testato! buono, ma devo aver sbagliato qualcosa…forse le quantità del cacio perchè, alla fine, ci sembrava troppo sapido! la prossima volta ci starò più attenta! Sara, un cucchiaio di cacio grattuggiato per persona?
Per il vino ne consiglio uno estremamente morbido con lunga persistenza!
Che starno , si diciamo che a testa è un cucchiaio colmo anche qualcosa in più. La cosa importante però e di salare poco l’acqua di cottura della pasta e stemperare con parecchio olio le acciughe. Devi realizzare una cremina omogenea ma piuttosto liquida altrimenti non si distrubuisce uniformemente sulla pasta.
Oddio ho capito cosa ho sbagliato!:((( No, non posso dirlo…non lo dirò mai!!!! :))))))
bè è da credo buoni venti minuti che giro sul tuo blog (non lo conoscevo e ci sono capitata per caso!) mi piace! divertente da leggere (e di blog di cucina che si possono piacevolmente leggere non ce ne sono molti:-)) e buono da mangiare.
piesse: confermo che il risotto menzionato era notevole, al prossimo giro se è stagione assaggio il tuo spaghetto (per me era ancora primavera:-))
Ciao Miralda, io ti conoscevo molto bene invece…bellissimo il tuo blog e tra l’altro scritto anche molto bene (e di blog di cucina che si possono piacevolmente leggere non ce ne sono molti:-))…sarà la laurea in lettere per caso? 🙂
Quindi benevenuta!
P.s. ma il risotto lo hai assaggiato pure tu?
sì, assaggiato se ti riferisci a quello premiato:-) io ci sono giusto andata un paio di mesi prima di te (mi pare fine maggio). ci abito molto vicino e l’osteria è veramente notevole!