Non che non comprenda il sottile fascino delle pappe calde e vellutate ma, da queste parti, hanno poco successo.
Con le feste i fruttivendoli, ma anche alcuni supermercati illuminati, si popolano di strani oggetti; oltre alle pesche a 24 euro al kilo, che i suddetti si possono tranquillamente tenere, mi sono apparse le carote viola, i tamarindi e la manioca (tutto tra il Carrefour e l’Esselunga).
E non essendo oggetti abituali che popolano il mio frigo, li compro – come si può comprare un vestito da sera tanto bello, ma che rimarrà nell’armadio – chiedendomi, a mente fredda, a cosa mi possano servire.
Le carote in realtà di originale hanno solo il colore e, probabilmente, qualche proprietà vitaminica derivata, ma al di là di queste sottigliezze son carote.
Questa è la ricetta che ho fatto, con due consigli allegati:
a) pelate le carote con guanti di lattice
b) con 5 carote ne viene fuori per i beati; assicuratevi che a tutti i componenti della famiglia il genere sia gradito.
Insomma, ne è uscita una cosa a metà strada tra la zuppa di sempre con tocco nostrano e un’allucinazione di uno dei più celebri piatti ucraini.
Buon fine feste!
Ricetta
Ingredienti
- Carote viola, 5
- Cipolla, 1
- Sedano, 1 gambo
- Aglio, 2 spicchi
- Salvia, 1 mazzetto
- Bacche di ginepro, 2/3
- Prezzemolo, qualche foglia
- Panna acida, q.b
- Bottarga di muggine, q.b
- Olio EVO, 3 cucchiai
- Sale, pepe nero
Tagliare a dadini la cipolla, il sedano, le carote. Unite l’aglio e fate soffriggere brevemente in un po’ d’olio. Aggiungete acqua, la salvia, le bacche di ginepro, salate e pepate. Cuocete a fuoco dolce con il coperchio. Quando le verdure sono arrivate a cottura frullate il tutto (più o meno finemente a seconda dei gusti). Aggiustate di sale e pepe. Servire tiepida con prezzemolo tritato al momento, panna acida e bottarga di muggine.
Ciao! Conosco lo scarso successo di velluate, minestre & co che a me d’inverno invece piacciono molto… le carote viole le ho viste, anche quelle bianche, e credo siano più popolari in paesi quali germania e, soprattutto, usa, dove coltivano anche le patate viola. dove abito io non le ho mai trovate, nemmeno nei mega supermercati. io le trovo molto belle in insalate e avrei voluto piantarle in giardino per le insalate estive ma non ho ancora trovato i semi…
Proverò la ricetta quindi con le normalissime carote arancioni, perchè m’incuriosisce ciò che hai usato: bacche di ginepro e bottarga. Buon anno (è il 7, sono sempre in tempo a dirlo…)!
sto per innamorarmi DEFINITIVAMENTE di te, e del tuo adorabile dissacrare ciò che la gente, per moda, venera.
punto.
(ti prometto che prima che canti il gallo farò quel benedetto fegato.. . mi sento grassa ed ho un po’ di remore, ma DEVO)
Ciao Sara, sono stregata dalla prima fotografia, e bellissima e poi ho anch’io un vecchio scolapata così. Il tamarindo l’ho comperato 2 anni fa ed ho fatto lo sciroppo, le patate viola hanno un bel colore ma lo stesso colore si può ottenere con il cavolo cappuccio, la manioca sostituisce le patate e si possono fare buonissimi gnocchi e, lavata e rilavata con la polpa si possono fare dei dolci sorprendenti . A me piace provare e cucinare colorato, mi serve per non annoiarmi ai fornelli, quindi mi piace sperimentare con ortaggi inconsueti. La mia vicinanza con Austria e Slovenia mi permettono, inoltre, di trovare anche il modo per valorizzarli, nel caso di pastinaca, cavolo rapa, daikon. Se ci pensiamo bene tante novità non servirebbero però, non seguo le mode, sono molto legata alla tradizione ma mi piace giocare in cucina, mi diverto moltissimo. Buon proseguimento di anno, Libera.
PRIMO PERCHE’ “AVETE “BLOG D CUCINA SENZA MERITI?,UN MINIMO DICO MINIMO DI CULTUR basilare antica di cucina e prodotti di agronomia volete averne oppure no?gli ogetti “strani”cui ti riferisci come le carote viola,sonoCAROTE originale!!! sono quelle cose arancio psichedelico che sono le modificate dalfine 1800
Francesca…sarà buonissima
pillow…tu si che mi capisci!
Libera…lo so che tu sei molto trasversale 😉
Alera da come scrivi posso solo intuire che tu non sia italiana, se così non fosse ti invito a frequentare qualche corso di recupero perchè se è vero che io ho un blog di cucina senza meriti tu, invece, non meriteresti di esprimerti in nessun campo e non solo per una questione sintattica e grammaticale, ma di sostanza. Nessuno mette in dubbio l'”originalità”della carota viola, tra l’altro lo so bene, perchè ne parla a lungo un blogger preparato, tal Bressanini, (proprio qui http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/01/16/il-colore-viola/) a cui prestai, proprio in quell’occasione, una ricetta “viola”. In ogni caso il punto non sta nella genesi della carota – nel post non ne faccio proprio menzione e dunque mi chiedo da dove si deduce che io ne ignori la storia -, ma piuttosto nel fatto che dalle “nostre” parti le carote viola non si sono mai viste e stannno imperversando da pochi anni e con un certo successo, chiaramente dovuto al colore per noi italiani nuovo. L’originalità quindi non riguarda l’autenticità, ma la stranezza. Ciò detto, nei miei post esiste quasi sempre una vena ironica…che andrebbe capita, ecco. Questo per evitare imbarazzanti scivoloni. Saluti.
… dalla famiglia alla scuola, non si è mai contemplato, come classico bagaglio di “cultura basilare”, la nascita, sviluppo e divulgazione della carota viola.
ecco, adesso ho dubbi su tutto. sui miei cari, sui miei studi, sui miei approfondimenti personali… SU TUTTO, cristo santo!
(… 😐 …)
Pillow e… i “prodotti di agronomia”…tu li conosci?
ODDIO! e mo’?
:O
sono davvero braccia rubate all’edilizia urbana…