La scorsa settimana sono stata a Genova, per lavoro, in un giorno infrasettimanale.
Avevo in mente un post molto poetico. Genova (che ho visto sempre di sfuggita e che mi ricorda sempre De Andrè), il sole (essì..per quanto mi riguarda ne ho le tasche piene di un clima più londinese che nostrano), il mare e la focaccia.
Tutta sta poesia è stata messa a dura prova dal tempo di questi ultimi giorni. Posso dire, in tutta tranquillità, che ormai non c’è cosa che mi abbatte di più del maltempo e soprattutto dell’incongruenza tra clima e stagione. Molto di più dei governanti incapaci o di una carbonara malfatta, giusto per dirne un paio.
Se non si fosse capito qui piove da tre giorni, dopo che la primavera ci ha fatto crudelmente annusare le sue delizie (29° la scorsa settimana).
E questi 29° me li sono goduti tutti, a Genova. Perché 29° fa subito mare, infradito e occhiale da sole.
Prima di riprendere il treno (sia mai che mi faccia la Serravalle in macchina, c’è da uscirne idrofobi), ho passeggiato per 3 km fino alla stazione, regalandomi una sorta di “collezione privata” di focacce – una per ogni panificio che trovavo – con l’intento di stilarne una classifica. Su ogni pacchettino ci ho scritto l’indirizzo del panificio e poi – sul treno – il voto.
Non paga di “tanta robba” mi son deliziata anche con un classico della riviera: i baci di Alassio, notissimi dolcetti a marchio DOP.
Poi, cosa ci facciano i baci di Alassio a Genova… ma tant’è.
E’ certo che non fossero quelli più buoni possibili, dato che ad Alassio ci son stata e ho potuto assaggiare quelli di rinomate pasticcerie del centro.
Ma mai quelli della pasticceria Balzola, nei quali laboratori, ai primi del Novecento, Rinaldo – pasticcere della Real Casa sabauda – inventa questa delizia cioccolatosa, rendendo il suo negozio gloria locale e ritrovo di golosi e celebri personalità provenienti da tutta Europa (facciamo i colti e citiamo: D’Annunzio e la Duse, Maksim Gorki, ma anche illustri “concorrenti” come le famiglie Motta e Alemagna)
Ho trovato la sua ricetta qui.
Ottima ricetta davvero, anche perchè il “trucco” di questi pasticcini sta nel non renderli eccessivamente dolci. L’equilibrio tra cioccolato, zucchero e nocciole è sempre delicatissimo. Affidiamoci a uno che la sapeva lunga.
Ricetta (brevettata da Balzola nel 1913)
Ingredienti*
- Nocciole piemontesi, 300 gr
- Zucchero, 240 gr
- Albumi, 2 (circa 60/65 gr)
- Cacao amaro, 30 gr
- Miele di acacia, 30 gr
- Panna fresca, 80 gr
- Cioccolato fondente, 80 gr
Tostate le nocciole e poi tritatele finissime inzieme allo zucchero.
Montate gli albumi a neve ben ferma e poi uniteli – senza smontarli – alle nocciole al cacao e al miele fluido.
Riempire un sac a poche con una punta a stella e su una teglia foderata di carta forno realizzate delle rose di circa 4 cm.
Lasciate riposare all’aperto per 24 h.
Portare il forno a 200° infornare la teglia per 10/12 minuti circa (controllate a vista!). Sfornate e lasciate raffreddare i biscotti prima di staccarli dalla teglia.
Scaldate la panna e aggiungete il cioccolato fatto fondere a bagnomaria. Amlagamate. Unite a due i biscotti con una dose generosa di cioccolato. Fateli asciugare “in piedi” su una gratella altrimenti il cioccolato non ancora indurito farà scivolare il biscotto soprastante.
Incartateli uno a uno in stagnola, si conserveranno meglio per qualche giorno (se riescono a durare).
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* ingredienti riproporzionati rispetto alla ricetta originale
approvo al 100% la classifica delle focacce! io quando sono stata a Genova un’unica volta molti anni fa ho fatto più o meno come te, e ne ho mangiata così tanta che poi mi sono pure sentita male! e, nonostante io sia notoriamente una non-amante del cioccolato, approvo alla grande questa tua versione dei baci di Alassio (l’abbinamento con le nocciole è l’unica deroga che mi fa piacere anche il cioccolato!) bellisime foto, così candide…love!
buona settimana, barbara
niente, non ne usciamo fuori.
potrei limitarmi a leggere, a commentare entusiasta, ma niente.
DEVO riprodurre ciò che ivi leggo.
ho capito, va’. st’estate al mare ci vado con un gran bel pareo sulle terga …
ho da 2 anni questa ricetta nel “Librone” delle ricette. Prima o poi mi cimento….
mi spaventa un po’ il fatto di lasciarli riposare all’aria per 24 h…
Barbara…nememno a me piace più di tanto il cioccolato sebbene ci siano delle eccezioni. Appunto l’abbinamento ciocco nocciola e ciocco alcol. Grazie ancora dei complimenti
Pillow, no non ne usciamo. Ne tu ne io. Compriamoci uno stock di parei.
lauretta….davvero? è identica? Il riposo permette all’aria di seccare leggermente i dolci in modo che in forno non si spetascino
Da tempo, mio marito desiderava gustare nuovamente i baci di Alassio. Purtroppo avendo una forte intolleranza al lattosio non potevo prendergli nulla di industriale.
Ho cercato allora la ricetta e ho riprodotto fedelmente questa, utilizzando, per la ganache della panna senza lattosio.
Mi dicono che sono venuti buonissimi!!
Io non posso mangiarli perché sono allergica alle nocciole (ad ognuno il suo… 🙂 )
Unica difficoltà… Mi si è rotto il sac a poche !! Li ho quindi modellati a mano.
Ciao Barbara…è una ricetta che trovo molto buona…per il sac a poche….lo so capita 🙁