Sarà il caso che mi schiodi. E’ quasi Pasqua.
Quest’anno dopo aver appreso il costo sconsiderato delle uova di cioccolato – certo, quelle di valore e grande calibro – ho deciso che me le sarei fatte in casa. Non che non sapessi del loro costo anche prima, ma non mi ci ero mai avvicinata così tanto.
Ribadisco che a me il cioccolato piace poco. Molto poco.
Però avevo voglia di divertirmi. Un pò come quando si fanno i castelli con la sabbia.
In realtà più che ricette volevo lanciare qualche idea.
Ultimamente va molto di moda realizzare regali fai-da-te. Encomiabile iniziativa. Ma non credo c’entri molto la crisi è, come dite voi giovani d’oggi, un mood.
Si innesta sulla scia dello shabby chic. La scelta di riempire la casa di cassette della frutta non è dovuta all’impossibilità di comprare mobili all’Ikea, è una scelta di gusto. Idem l’idea di fare i regali con le proprie manine.
Devo dire che a me lo shabby chic non fa impazzire. Come tutte le cose che improvvisamente diventano un “genere” (una decina di anni fa c’era “l’etnico”…ricordate?). Quando una tendenza diventa un genere il rischio che cada nel kitsch si fa consistente.
Tirando in ballo Kundera direi che il “…Kitsch elimina dal proprio campo visivo tutto ciò che nell’esistenza umana è essenzialmente inaccettabile”.
Tutto diventa quindi carino, lezioso, sentimentale: il senso comune e il “buonismo” applicato all’estetica. In tal caso, l’elemento originale, eversivo, sconvolgente della vita viene allontanato.
In questo periodo sono molto sensibile a questo tema e l’altro giorno ho incontrato un’altra bella frase: “We are allergic to fake vintage”.
Non so perchè vi sto a dire ste cose. Forse perchè nonostante l’idea delle uova fai-da-te mi abbia entusiasmato, ho trovato il gioco leziosetto anzi che no.
Però alle mie amiche e ai bambini è piaciuto.
Giusto per rimanere in tema: una volta fatto l’uovo, oltre a scegliere una personalissima sorpresa (chessò un nano da giardino in swarovski), potete poi decidere come confezionarlo: in un cestino per uova di gallina? con dei tessuti per patchwork riutilizzabili?
Ricetta
Ingredienti e attrezzatura
- Cioccolato fondente o cioccolato bianco, 500 gr
- Fragole disidratate, una manciatina (ricetta nel prossimo numero)
- Nocciole e mandorle, 300 gr in tutto
- Riso soffiato al cioccolato, qualche cucchiaio
- Stampi in policarbonato rigido (il mio da 18 cm e non rigido)
- Piano di marmo
- Spatola
- Termometro per cioccolato
Le dosi sono indicative e piuttosto abbondanti. La procedura l’ho prelevata da qui.
Montersino quando favella è un grande, e in questo video dice tutto quello che c’è da sapere. Quindi non mi dilungherò nella spiegazione del temperaggio del cioccolato e formatura delle uova, ma vi fornisco uno schema:
- Fondere a 45° il cioccolato
- Abbatere la temepratuta a 28°
- Riportarlo a 31°
- Versare negli stampi e roteare per far aderire il cioccolato sulle pareti. Eliminare l’eccedenza capovolgendo lo stampo.
- Mettere in frigo
- Ripetere l’operazione per il secondo strato (in base allo spessore desiderato potete farlo anche una terza volta)
- Rimettere in frigo
- Tagliare le code
- Capovolgete e sformate
- Montate scaldando legegrmente i bordi delle due metà
NOTA1: per fondere il cioccolato al latte o bianco le temperature sono un pò diverse:
- Fondere a 45° il cioccolato
- Abbatere la temepertura a 27°
- Riportarlo a 29/3o°
NOTA2: usate il policarbonato rigido; io ho usato quello flessibile e non mi è piaciuto.
NOTA3: secondo consiglio di Pasqualina in cucina – che dopo aver visto le mie uova si è un pò insospettita 😉 – le uova vanno maneggiate con i guanti di lattice. Il perchè lo potete notare nell’uovo con petali di fragole dove la superficie si è opacata. Vi garantisco che il temperaggio è andato a buon fine dato che quando l’ho sformato era lucido, ma a furia di cincischiarlo per applicare le decorazioni si è opacizzato.
NOTA4: il temepraggio non serve solo a far diventare il ciocco bello lucido ma anche a fargli fare il tipico “stock” quando si rompe.
Buona Pasqua!
P.s. se siete interessati ad un’altra vera bontà pasquale vi consiglio di dare un’occhiata qui.
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Che meraviglia. E chi le vuole, ora, le uova confezionate?
Comunque, concordo con te su molti aspetti. In primis, non sopporto questo dilagare di una tendenza come lo shabby. Voglio dire, per alcuni è lo stile giusto, quello che più rispecchia il loro modo d’essere, ma per altri è un semplice incollare pezzi che rispecchiano qualcun altro, cercando di mostrarsi uguali. Con esiti perloppiù grotteschi.
E non ne posso ugualmente più anche di queste foto di food tutte uguali, di questi celebri “props” che compaiono in ogni dove… non è che se metti un cucchiaio arrugginito di fianco a un alzatina trovata nel primo negozio di complementi per la cucina ottieni lo stesso risultato di persone che in quello stile si muovono naturalmente.
Insomma, sono d’accordo con te. E apprezzo moltissimo la citazione da Kundera, che è uno dei miei autori preferiti.
Buona giornata! 🙂
si possono dire parolacce su questo blog?
Agnese, lungo discorso. Ognuno ha il suo gusto ed è giusto che sia così. Lungi dal vendermi come icona di stile, è però è tutto ciò che è molto riconoscibile, ripetitivo e poco personale che mi annoia tremendamente. Grazie della riflessione
Pillow…mmmm…dipende…magari in un orecchio 😉 . che c’è non ti garba il cioccolato?
brava, io quest’anno sono in ritardo con la preparazione delle uova!!
sono bellissime sara! e sono sicura che saranno altrettanto buone 🙂
complimenti!!!
Mi garba eccome. Al punto da sviluppare simpatici mal di testa da zinco.
La parolaccia era per lo shabby chic. ‘zzo è?
L’anno prossimo mi lancerò anch’io, devo convincermi a comprare lo stampo..
per quest’anno mi sono data alla colomba, se ti va passa da me a vederla..
Not Only Sugar
ussignur, lo shabby chic.. io sono per il minimalismo, less is more è il mio mantra, tutto possibilmente bianco o grigio e legno naturale.. un po’ nordico, se vuoi, ma fondamentalmente minimal.
i fiorellini mi piacciono, sulle piante o nel vaso, e basta così!
purtroppo sono stata in passato vittima di regali in stile “shabby-chic-fai-da-me-anche-se-non-sono-nemmeno-tanto-capace” (voglio dire.. sei cieco? non mi vedi? mai stato a casa mia???) che tuttavia, inspiegabilmente, si sono rotti/persi durante il trasloco/spariti misteriosamente/rapiti dagli alieni..
in più non mi piace nemmeno il cioccolato, ma le tue uova sono stupende.. soprattutto quella coi petali di fragole.. ma li hai essiccati tu? mi intrigano moltissimo..
buona Pasqua!
Agnese (2): le foto shabby…io non le so fare. E’ vero, quello stile un pò casuale e “sproco” o ti viene naturale e piacevole o se no rischi di rendere la foto un’opera di arte concettuale: minestre inspiegabilmente piazzate in mezzo ai prati, tra muschi e licheni, al freddo e al gelo, con posate mai lavate. Ecco, non lo trovo molto appetitoso e credo invece che la foto food debba inanzitutto invogliarti a mangiare.
Nome (caris?) e lauretta: grazie
Pillow lo shabby chic è una nuova tendenza di stile che letteralemnte significa trasandato elegante…quello stile in cui combini i mobili scrostati, con oggettistica della nonna e i colori pastello. Di per sè non è uno stile sgradevole – a patto di saperlo combinare – e in alcuni contesti ha anche il suo fascino, ma diventa pacchiano quando qualcuno decide – invece di lasciarlo alla casa di campagna in Provenza – di portarlo nell’appartamento cittadino anni sessanta, caricandolo senza misura.
Not Only: per il prossimo anno ti consiglio gli stampi rigidi in policarbonato….
Barbara: si anche io amo molto l’essenziale. Tutti i venerdì c’è chi va dal parrucchiere io ho l’appuntamento fisso con la discarica. Non ho ancora finito, a distanza di 5 anni ,di disfarmi di tutto il ciarpame che ho trovato quando mi sono trasferita nella casa che era stata solo di mio marito. Quando ho deciso di ritinteggiare una parte della stanza da letto grigio antracite, per abbinarlo ad un letto in lino tortora chiaro, la gente mi ha presa per pazza. Sta benissimo, invece.
Così come quando ho eliminato un robusto tavolo anni 80 in ciliegio e cristallo per sostituirlo con il Tulip di saarinen. Devo apparire bizzarra agli occhi dei vicini……
I regali. Credo che la gente faccia i regali per sé più che per il destinatario. Credo di farlo anche io. Io, per esempio, continuo a regalare libri, anche a gente che non legge nemmeno lo scontrino della spesa. Forse perchè credo sia un regalo neutro…male non fa e non vincola al gusto del padrone di casa. Anche le mie bomboniere (altro argomento delicato…) da sposa erano dei libri. Ma mia madre potrebbe realizzare un’ ampia vetrina con i regali agghiccianti di una sola amica: angioletti in biscuit, vetri di murano multicolor, pierrot lacrimanti in cartapesta, alberelli in rame e pietre dure, centrini poggiatesta per il divano… ecco anche a noi è sempre venuta in mente la tua riflessione. Ma non mi vedi? Alla ho adottato la diplomatica filosofia di Giorgio Armani: i regali non appropriati al mio arredo? vicini al cuore ma lontani dagli occhi.
Tornando alle fragole…si le ho essiccate io..la ricetta nel prossimo post 😉 Buona pasquetta…