Questa mattina mi sono svegliata con una fame matta, convulsa, disordinata. Sapete di quelle che ti prendono alle 7.00 del mattino e che, inspiegabilmente, ti chiedono piatti improbabili per il momento della colazione? E già perché mi son svegliata con un’improvvisa voglia di pizzoccheri! 🙂 Ah, la Valtellina, che voglia di andarci! Così, visto che i miei impegni lavorativi non me lo permettono mi sono lasciata prendere dalla voglia di fantasticare sugli abbinamenti enogastronomici tipici.
Qualche dato sull’enologia, per i più curiosi. Gli ettari vitati in Valtellina sono 800 con una produzione media di vino che si attesta sui 30.000 ettolitri all’anno. La coltivazione si estende per 40 chilometri da Ardenno a Tirano, con Sondrio al centro, in una zona particolarmente vocata per l’esposizione solare. Il vitigno principe di questa zona è il Nebbiolo, detto qui Chiavennasca (che non ha nulla a che fare con il salume tipico), coltivato in terrazzamenti sui quali arriva la mano dell’uomo senza l’aiuto, se non in casi rarissimi, di macchine e trattori. Ecco perché si dice che qui la viticoltura è eroica e non è solo un modo di dire. Altri vitigni minori, come Rossola, Pignola e Prugnola, completano l’ampelografia valtellinese.
I vini. Il grande vino della zona è lo Sfurzat o Sforzato di Valtellina Docg. Pensate che è stato il primo passito rosso secco italiano ad aver ottenuto, nel 2003, la Docg. Dopo la vendemmia le migliori uve Nebbiolo vengono poste ad appassire per circa tre mesi su graticci in locali detti “fruttai”, ben areati ed asciutti per evitare la formazione di muffe. Con l’appassimento l’uva ha perso il 40% del suo peso e ha concentrato profumi ed aromi. Dopo la vinificazione, il vino viene lasciato ad affinare per 20 mesi in legno e bottiglia. Il colore è granato, con profumi complessi ed evoluti. L’abbinamento: è un ottimo vino da meditazione, pur abbinandosi perfettamente ai formaggi d’alpe e alle carni. Lo mangerei volentieri con una Lepre in salmì o con dei Bocconcini di Capriolo.
La produzione del Valtellina Superiore Docg si estende tra Berbenno e Tirano con una produzione massima di 8 tonnellate per ettaro. Ha un periodo minimo di affinamento di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. Questo vino ha cinque sottozone: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno, e Valgella.
Il primo, Maroggia, ha un colore rubino con riflessi granati, sapore asciutto e giustamente tannico. Si abbina con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati. Io me lo immagino con del Bitto tagliato a fette, immerso in una calda polenta taragna, preparata con grano saraceno. Ne sento già il profumino…
Il Sassella si coltiva nella zona ovest di Sondrio, forse la più famosa della Valtellina il cui nome deriva da un’omonima chiesetta. Ci vedrei bene un abbinamento con i tipici Sciàtt valtessinesi, delle frittelline di grano saraceno con un goloso cuore di formaggio Casera.
Il Grumello viene prodotto nella parte est di Sondrio e prende il nome dall’omonimo castello. Ha un profumo intenso e fine, con sapore vellutato e austero. Anche qui si consiglia l’abbinamento con carni importanti e formaggi stagionati. Uno Stinco non mi dispiacerebbe!:)
L’Inferno è considerato il più austero di tutte le sottozone, con sapore asciutto e leggermente tannico. Trova giusto accostamento con i tipici piatti valtellinesi, la polenta ed il tipico Agnello alla valtellinese.
E per finire il Valgella coltivato nei comuni di Chiuro e Teglio, a nord-est di Sondrio. Al naso è delicato e tipico, mentre in bocca ha un sapore morbido e fresco. Di tutti è quello che, per le fresche note floreali, può essere apprezzato anche giovane con i Pizzoccheri conditi con verze, patate ed abbondante burro fuso, la bresaola ed il violino di capra. In alternativa consiglio anche gli Gnocchetti di Chiavenna conditi con burro, salvia e rosmarino
Il Rosso di Valtellina Doc è un vino che viene coltivato nelle stesse zone del Valtellina Superiore Docg, con resa massima di 10 tonnellate per ettaro. Il vino ha 7 mesi di affinamento ed un titolo alcolometrico minimo di 11%. E’ il classico vino a tutto pasto, con gusto asciutto e leggermente tannico. Lo proverei con del Scimudin, una formaggella a pasta molle da latte vaccino.
Devo dire una bella carrellata di informaizoni sulla valtellina che non finisce mai di stupire per la ricchezza e la qualità delle proposte
Hai ragione Gunther!Hai un produttore preferito ?
e io che mi ero svegliata contenta che il polpettone era già pronto per pranzo… mi hai fatto venire voglia di farci un giro in valtellina, sono sempre attratta da posti lontani mentre vicino ci sono cose speciali. ora poi che i brasiliani si sono comprati la breasaola rigamonti bisogna cercare chi ne produca di autoctona, dovrei avere degli indirizzi
Bella la Valtellina!Cavolo dici che ci sono produttori che utilizzano bovini italiani? Io sapevo che tutte le cosce provengono dall’argentina e dal Brasile poi lavorate in Valtellina. Eh….