Chiamarla ricetta di recupero è dire poco. Eppure è una delle ricette che mi ricorda di più la mia infanzia, sarà perché ad un certo punto mia mamma ha smesso di farle, e quindi la frittella di riso è rimasta appannaggio di un ben preciso periodo: seconda metà degli anni Settanta.
Presa da un attacco di presunzione mista a pigrizia, un giorno ho pensato di rifarle senza chiedere nulla a nessuno. Intanto sono facili, no? Col cavolo! O meglio, si sono semplici, ma le ho fatte, rifatte, trisfatte per scoprire che mancava l’ingrediente segreto, quella cosa che le rendeva uniche e profumate di pane appena sfornato. Ebbene si, una frittella di riso che sa di pane appena sfornato. Eccentrica.
E l’ingrediente segreto? Niente cose tipo sole-cuore-amore: vino bianco.
Ecco, allora, se vi avanza del riso – o anche no, sono così buone che potete farle anche di proposito – mettetevi lì e in dieci minuti, più il tempo di frittura, ve la cavate. Ma la frittella profumata, calda e croccante sarà un ricordo indelebile nella vostra mente.
Però, cercate di non ustionarvi il palato, le frittelle vanno mangiate caldissime. Insomma, può essere un ricordo indelebile anche questo.
RICETTA
Ingredienti
- Riso arborio, 200 gr (o riso in bianco avanzato; non il risotto alla parmigiana ma il riso pescato e condito con burro e formaggio)
- Farina bianca, 120 gr
- Burro, 50 gr
- Grana, 50 gr
- Uova, 2
- Vino bianco, un bicchiere
- Acqua, q.b
- Olio di semi per friggere, abbondante
- Sale
- Pepe
Fondere dolcemente il burro, unire la farina e i tuorli, il sale e il pepe. Aggiungere il vino bianco e mescolare, un pochino d’acqua e mescolare, si otterrà una pastella omogenea di media densità. Immergendo il cucchiaio di legno questo ne verrà nappato e la pastella colerà giù lentamente.
Unire il riso cotto e il grana. Montare a neve gli albumi e unirli delicatamente per non smontarli, sempre dal basso verso l’alto.
Prendere una tegame abbastanza profondo e riempirlo di olio (le frittelle dovranno risalire e galleggiare e non friggere a contatto col fondo della pentola). Scaldare l’olio, senza farlo bruciare (l’olio non fate mai fumare) e versare il riso in pastella aiutandovi con due cucchiai con i quali formerete delle quenelle. Friggerle fino a che saranno dorate e croccanti. Salare generosamente (se non siete ipertesi).
VINO CONSIGLIATO a cura di Giordana Talamona
Prosecco Docg
me le mangerei pure a colazione….tipo ora! che fame…. 🙂
ottima idea, li proverò!
Ciao lauretta, sono buoni si. Ho visto che hai aperto un blog, ma ho problemi con i commenti…….mi dice che il mio ID non è verificabile 😮
giordy ero sicura che li avresti provati….vino bianco secco mi raccomando
sì, sì, ci sto provando a curare il mio piccolino…ma il tempo a disposizione a volte è poco. e poi son proprio un’asina con la tecnologia..
proverò a chiedere a qualcuno di esperto come modificare le impostazioni (già anche un’altra persona mi ha segnalato questa cosa) 🙁
anche la tecnologia mi rema contro….maledizione!
lo so che fanno male ma le frittelle le adoro! 🙂
quelle di recupero col riso le trovo ottime (le faccio anch’io ma tipo arancino) e poi non essendo iperteso le posso anche ben salare! 😀
ah però, interessante ricetta. Siccome adoro il riso in tutte le sue salse e condimenti, avanza sempre quindi prendo appunti… ti farò sapere!!!
Beh, anche gli albumi montati contribuiscono a rendere unica questa ricettina apparentemente semplice…
Mi piace tantissimo anche la foto.