Vellutata. Vellllluuuutata…vellllluu-ta-ta.
Vel-lu-ta-ta: la punta della lingua compie un percorso di quattro passi….le prime due sul palato per battere, il terzo e il quarto, contro i denti.

Mi piace solo il nome. E’ così onomatopeico. Tutte quelle L riportano a qualcosa di liquido, morbido e carezzevole, e la U è fatta per suggerire avvolgenza, una specie di onda piena e lenta. E poi quel ta-ta sillabato e dentale, come lo pronunciava ancheHumbert Humbert, che qui suggerisce ciò che è denso e cremoso, come le pappe dei bebè.

La vellutata è tale grazie al suo tocco di panna (quella cosa orribile che ora voglio bandire dalle tavole culinariamente più raffinate), che la rende corposa, “soffice” e delicata. Per chi ha una forte repulsione per la panna (siano essi motivi salutistici o di principio) può optare per il latte, come ormai faccio io, che preferisco rendere più leggera la zuppetta, dato che rientra comunque nel computo delle numerose preparazioni che mi tocca preparare da quando ho aperto i battenti del blog.

La news invece è costituita da delle piccole bignole, qui chiamate vezzosamente bonbon per esigenze d’impaginato (non mi piacciono gli a capo nel titolo). Le bignoline le avevo intraviste su un volume edito da La cucina italiana e sposate a un consommè. Magnifiche ed elegantissime. Insomma – giusto per fare la Csaba della situazione – vi dico che, per quanto il potage possa tranquillamente apparire su una tavola chic, questi bonbon gli danno indubbiamente un tocco raffinato e curioso soprattutto se li riempite con una mousse di crema di latte e Piave.

Alla fine la panna si è intrufolata lo stesso, giusto a testimoniare che certi matrimoni non possono essere contrastati senza che i due sponsali se ne lamentino.

RICETTA

Ingredienti

Porri, 4 gambi

Cavoletti di bruxelles, 200 gr

Burro, 40 gr

Acqua, q.b

Latte un bicchiere

Sale, pepe

Per le bignoline

Farina 70 gr

Burro, 30 gr

Uova,1 grande

Acqua 125 gr

Crema di formaggio (facoltativa)

Panna liquida fresca, 1 dl

Formaggio Piave o Parmigiano o Gruyere o Sbrinz, 50 gr grattugiato

Noce moscata, q.b

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Fate le bignoline. Unite in una casseruola l’acqua con il burro a pezzetti. Mettere sul fuoco e aggiungete un pò di sale. Far scioglier il burro prima che arrivi ad ebollizione. Versare tutta la farina in un colpo e mescolare energicamente fino a che l’impasto non si staccherà dai bordi della pentola in una massa unica. Versare il composto su una spianatoia di marmo o un vassoio freddo e stendere l’impasto per raffreddarlo, avendo cura di muoverlo per non farlo asciugare.
Rimettete tutto in una ciotola e unire l’uovo mescolando con uno sbattitore (io ho usato il robot). Lavorare l’impasto finchè non sarà liscio. Raccoglierlo in una tasca da pasticcere e disporre tanti ciuffetti di circa 1/1,5 cm su una placca coperta di carta forno. Cuocere a 190° per 20/30 minuti circa. Quando i bignè saranno freddi riempiteli con una crema di formaggio. Per farla montate 1 decilitro di panna fresca e aggiungete delicatamente il formaggio grattugiato e un’ombra di noce moscata. Riempite con molta calma i bignè – che saranno piccoli – con una siringa da pasticcere utilizzando l’apposita bocchetta lunga e stretta.

Per la zuppa. Eliminate le prime foglie dei porri, quelle più coriacee e tagliatele a rondelle di 2 cm. Tagliate a metà anche i cavoletti. Fate sciogliere in una casseruola il burro e versate le verdure. Salate e pepate. Fate appassire appena le verdure (senza che prendano colore) poi aggiungete un paio di ramaioli di acqua calda e coprite con il coperchio. Controllate spesso che le verdure non si aasciughino (eventualmente aggiungete altra acqua calda). Quando saranno cotte, frullatele in modo molto omogeneo con un bicchiere abbondante di latte. La consistenza dovrà essere liquida ma densa. Regolatevi con i liquidi ed eventualmente aggiungetene. Prima di impiattare aggiustate di sale e pepe.