A casa mia girava una storiella legata a questa torta, decisamente no frills e tipica del cremasco. In quel di Trescore – paese natio di mia mamma – pare che questo dolce fosse stato inventato da due arcigne sorelle, tali benedète. Queste “streghe”, oramai rassegnate allo stato di signorine – condizione decismanete ignominiosa per l’epoca – sbarcavano più che dignitosamente il lunario grazie alla loro nota parsimonia e a una panetteria, dove si trovava anche qualche dolcetto rustico di tradizione casalinga. Tra le glorie dello spaccio spiccava la Bertolina (qui altrimenti detta Bertoldina o Bertòlda) la cui ricetta – che tenevano ben stretta, al pari della loro virtù – faceva gola a molti.
Molte furono i tentativi di imitazione, ma, pare – sempre secondo la leggenda di casa mia – che nessuno mai sia stato in grado di riprodurla. Tuttavia, mio nonno – che di profesisone era cuoco – aveva aguzzato le papille gustative ed era riuscito a catturarne gli ingredienti segreti. Già, perchè quella Bertolina aveva decisamenete un sapore singolare e unico.
Allo stato attuale mia madre si rifiuta di darmi la ricetta, “..intanto finisce sul blog…” mi dice. E non c’ha mica torto. Del resto è stata lei – e non mio nonno – che ha poi trovato le dosi “esatte” (non lo sappiamo, ma il risultato, a detta di molti, pare essere identico a quello delle benedète).
In ogni caso, senza troppe speranze, decido di farmi un giro sul web per capire se sta ricetta è davvero così segreta e misteriosa e, se magari, qualcuno si ricorda ancora di stè benedète di Trescore. Con sorpresa, invece, scopro che la Bertolina è una torta molto diffusa nel cremasco, esitono perfino concorsi e sagre in onore di questa torta. Insomma, per anni mi hanno rifilato una panzana, penso. In realtà la faccenda non è andata proprio così: le due panettiere sono realmente esistite, così questa variante della Bertolina. Perchè in fondo è di questo che sto parlando.
La Bertolina che gira per il web, infatti, non ha molto a vedere con la “mia”, poichè la prima è una specie di focaccia con l’uva e anche qualora la pinza si fa torta diventa una pie ripiena ma piuttosto canonica: latte, burro, zucchero, lievito…le solite cose. Questa no, è tutt’altra roba, una torta severa e parsimoniosa come le loro genitrici, con una pasta originale (non saprei attribuire un termine più appropriato a questo impasto a base di miele e olio d’oliva) e buonissima ma che racchiude un cuore morbido e profumatissimo grazie all’aroma tipico e sfuggente dell’uva fragola (chi ama l’uva fragola sa a cosa mi riferisco).
Come dicevo altrove, ho dei gusti austeri, amo i dolci poco dolci, antichi, genuini, ma da cui esplodono sapori sorprendenti e inaspettati. Ecco, se avete le mie stesse propensioni questa è la torta che fa per voi.
Nota a margine: alla fine mia mamma mi ha dato la ricetta.
Ricetta
ingredienti
- Farina 00, 500 gr
- Uova intere , 2
- Zucchero, 50 gr.
- Olio d’oliva extravergine, 50 gr. (a me ce n’è voluto un pò di più, 70/80 gr, ma molto dipende dalla farina)
- Miele millefiori, due grossi cucchiai
- Lievito per dolci, 3/4 di bustina
- Uva “Clinton” detta anche americana o fragola, 800 gr. già nettata e sgranata
- Zucchero a velo, 2 cucchiai colmi
Preparate la pasta setacciando la farina su una spianatoia. Inserite nell’ordine: lo zucchero, il lievito, lo zucchero, il miele, le uova e l’olio, poi iniziate ad impastare. Formate una palla liscia, molto soda e lucida e mettetela a riposare per 30′ in frigo.
Sgranate l’uva lavata. Una volta sgranata rimettetela sotto l’acqua per un risciaquo veloce. Stendete 3/4 della pasta e foderate una teglia di 24 cm Ø già imburrata. Versateci l’uva, spolverizzate con 2 o 3 grossi cucchiai di zucchero a velo e coprite con un disco realizzato con la restante pasta. Infornate in forno già caldo a 160°/170° per 40/45 minuti. La pasta dovrà diventare di un bel color bruno.
VINO CONSIGLIATO a cura di GIORDANA TALAMONA
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc
Leggerti è davvero un piacere! intrigante la storia delle sorelle e della ricetta segreta… rende questo dolce ancor più accattivante e invitante!!!….in aggiunta amo anche io i dolci di una certa rusticità e tradizione… che san di luoghi, storie e stagioni 🙂
…cmq aldilà di tutto ciò… già solo a guardarlo fà salivare!
io la segno…questa ormai poco segreta torta bertolina!
grazie per averla condivisa:)
belle le foto e strepitosa la ricetta!!! Mi ripeterò, ma anche io adoro le torte rustiche, quelle con tutta una storia da raccontare…e poi l’uva fragola ha un tale profumo e sapore! Grazie della generosa condivisione … corro a cercare l’uva :-))
@ Terry e Giulia: è davvero una tortaspeciale. Quando è in forno si sprigiona in casa un fortissimo profumo di miele…
bellissimo questo post, e grazie per la ricetta di un dolce che non conoscevo…so già che mi piace
Una torta con l’uva fragola! Ma fantastico…
La adoro, appartiene al mio bagaglio di sapori di bambina poichè avevamo in campagna una piccola vite di uva fròla (alla piemontese).
Bellissima questa storia e l’hai racocntata anche bene, pare una favola!
Molto carino il tuo blog, a presto.
so cosa intendi riguardo all’uva fragola…il mio papà ne ha qualche tralcio, e il suo profumo lo si sente per il cortile…….quando ho visto il post dolcioso ho tentato di non passare perchè ormai ho capito che i tuoi dolci sono anche i miei, sai com’è……. le lampo sono sempre lì pronte a richiamarti…..ma la curiosità è femmina e almeno a leggerlo dovevo venirci, ma non avevo idea di trovarci qualcosa di così lussurioso, ora che arriva il tempo dell’uva fragola dovrò invitare qualcuno per avere la scusa per farla, mannaggia a te!!!
io sono nata a Crema, la bertolina é stata la torta della mia infanzia! buonissima e molto diversa da panetteria a panetteria (é un dolce rustico, anche in pasticceria la vendono, ma non é la stessa cosa), da mamma a mamma, da nonna a nonna.
La mangio ancora, ma solo comprata in panetteria (io non cucino), dove ormai nessuno più toglie i semini all’uva, purtroppo; a volte addirittura non tolgono bene le bucce, barbari!
Ancora più buona perchè si trova solo a fine estate e in autunno.
@LILLA: ciao Lilla e bentornata…ti ho scritto una mail ma non so se ti è mai arrivata era un invito a partecipare alla mia raccolta.
@Parentesiculinaria: Grazie per aver apprezzato il racconto 🙂
@ Astro: ehehe…vedo che abbiamo gusti simili, lo noto dall’entusiasmo con cui commenti i miei dolci austeri…per fortuna c’è qualcuno che li ama 🙂
@ Anna: ciao Anna è vero che ognuno ha la sua ricetta tant’è che non ne conosco una uguale! Proprio per questo ti dico che esistono anche torte che per tradizione mantengono i semini e le bucce, come del resto questa che propongo. I semini in effetti a qualcuno possono dare fastidio (a me no a dire il vero :)) ma la buccia non me la puoi levà…eh…è ciò che crea l’inconfondibile sapore dell’uva fragola quell’asprigno assolutamento divino…ciao 😉
Ciao.
Se a Crema (ipotesi) ci fossero 100 famiglie, ci sarebbero 100 ricette diverse per la Bertolina, e una più buona dell’altra!
Cremasco da generazioni, ho la ricetta tramandata da mia madre (e prima da nonna e bisnonna) che vuole anche un po’ di farina gialla e il latte (tiepido) per formare un impasto denso nel quale mettere l’uva.
I semini e la buccia SONO parte della bertolina, guai a levarli
Proverò la ricetta con il miele
Ciao Abbio, si come per molte preparazioni tradizionali anche la bertolina non sfugge alle varie versioni. Cmq la farina gialla è l’ingrediente nella torta bertolina più simile alla focaccia, questa effettivamente è più una torta. Si certo concordo per semi e buccia
e fammi sapere se provi la ricetta 😉
Non ci posso credere!!!!!!! Ti adorooooooooooooooo
A proposito l’uva “clinton” non è la classica uva fragola o americana, l’uva clinton ha chicchi molto più piccoli…
Mi hanno detto che l’uva clinton è un tipo di uva fragola, quella diffusa qui in Europa. Però chiedo conferma a Giordana, lei è più esperta di me in fatto di vigneti 😉
Allora aspetto, ho un’amica che me la procura, sia l’una che l’altra,la clinton è molto rara ormai, vicino a Trieste (Bottazzo Val Rosandra) c’è un signore che la coltiva e produce il rarissimo “clinto” del quale mi sembra anche essere vietata la vendita al pubblico.
Fammi sapere, io ho nozioni frammentarie.
Ciao Sara, stavo giusto cercando la ricetta originale della “Torta Bertolina”, grazie a tè ho potuto accontentare mio papà che da quando non c’è più mia nonna non l’ha più mangiata. Ti lascio il link se vuoi venire a vedere quello che ho combinato io
http://vogliadidolci.blogspot.com/2011/08/torta-bertolina.html
Grazie e complimenti!!!!!
Ciao Maty, son proprio contenta che tu l’abbia trovata qui. Un consiglio: ..usa una tortiera di un diametro più grande. In questo modo la pasta rimane più sottile e lievita meno…(è solo un consiglio eh…;)
IERI HO FATTO QUESTA BUONISSIMA TORTA, EDè DAVVERO BUONISSIMA, ANCHE SE LA MIA NON è LIEVITATA MOLTO…DICI CHE HO MESSO TROPPO POCO LIEVITO? 3/4 DI BUSTINA COME DICI TU NON SONO BASTATI…O FORSE IL MIO LIEVITO E’ POCO LIEVITANTE 🙂
PERO’ IL SAPORE è OTTIMO!
Ciao Lauretta, io la torta non l’ho vista ma non deve lievitare molto. La pasta deve acquistare una certa morbidezza ma non deve alzarsi…puoi sempre fare ilc onfronto con le foto che ho fatto…vedi che anche questa torta non ha la pasta spessa. 🙂 Penso che tu l’abbia fatta giusta
devo ancora fargli le foto alla mia…temo che finirà prima 🙂
cmq ho capito sai…è che io ho messo una quantità inferiore di uva per cui necessariamente è più bassa.. 😉
Ahhh ecco l’inghippo 🙂
bonaaa! la torta
ero convinta che la torta Bertolina fosse a base di Visciole o marasche, sarà un’altra versione?
Ciao Claudia, non conosco proprio la bertolina a base di visciole…:)
No va beh stavo appunto cercando la torta bertolina che io amo e adoro , e scoprire che sei di trescore cremasco wow io sono di crema pensa te XD
lo so loso…non perderti uno dei prossimi post allora:)
buonaaaa! allora, al prossimo giro di uva fragola la fo…
grazie baby!
che buona deve essere grazie per la ricetta
ciao la presentazione è vera perche sono di trescore e le panettiere che descri le
conoscevo bene.
la torta la conosco bene e so che è unica io ne faccio diverse versioni.
ciao Sara…io,la tua bertolina,l’hofatta l’anno scorso a fine estate
in casa, ho avuto un successone…..
non vedevo l’ora che arrivasse questo periodo x poterla rifare……tanto è buona!percio’ ti ringrazio tantissimo x aver condiviso la ricetta con noi.
ah, io sono nativa di Pianengo…….percio’ vicine di casa
CIAONE
nota simpatica……volevo dirti che sul mio ricettario….ho scritto”bertolina di Sara di Trescore Cremasco”…..riciaooooo
Ciao Flo…non vedo l’ora anche io dura sempre così poco la stagione dell’uva fragola
Virgilio è davvero sorprendente che qualcuno conosca le benedete 😀
Grazie per questa bellissima ricetta! L’ho provata mi è piaciuto molto!
Ciao Sara,
volevo informarti che esiste anche una versione della Bertolina che fanno nel territorio di Soresina. La versione soresinese prevede un impasto a partire dalla polenta fredda avanzata e addirittura viene usata della cipolla soffritta con il suo olio! Mia nonna la fa e ti garantisco che è molto gustosa e particolare
Ciao Michele, mai sentita…vedrò di cercarla la prossima volta che passo in Latteria
Ciao,nella cremasca l’uva che si utilizza la chiamano uva passerina, è una variante dell’uva fragola, ha i chicchi più piccoli!
Ciao sono di Crema. In realtà la vera torta Bertolina è di pane. La variante torta è stata introdotta da non molto, perché la vera bertolina nasce molto povera:due strati di pasta pane intervallati da uva Clinto (e non uva fragola) un po’ zuccherata. Nulla di più! I nostri nonni, infatti, nn avevano i soldi per fare una torta ricca con uova, burro ecc… Comunque grazie lo stesso per averne parlato. È un onore e motivo di orgoglio per noi cremaschi.
Ciao Simona, lo so. infatti spiego che questa è una variante (un pò ricca aggiungo io…) della bertolina. Sul blog c’è l’alra versione 😉 Grazie della visita
Oggi ho mangiato per la prima volta la bertolina fatta con la versione di padta di pane e due strati di uva fragola. Buonissima. Mi sono ricordata di quel gusto di uva che mangiavo anni fa, una fragranza unica.
E’ buona sì…grazie della visita:)