Per me, parlare di polpette non è parlare di una preparazione gastronomica qualsiasi. La polpetta, questa polpetta (alla milanese), è la mia madeleine.
Ma lo spunto per tale riflessione mi è stata servita da una recente lettura: Estasi culinarie.
Posto che è un libro molto ben scritto – dal ritmo rapido ma denso – ecco che leggendo una discussione tra il tronfio protagonista e un neofita dell’arte culinaria sono portata ad una considerazione.
Cosa cerchiamo quando andiamo a scovare – negli antri più remoti di un paese – un piatto tipico? Cosa vogliamo ricordare di un ristorante? Cosa ci aspettiamo al cospetto di un piatto d’autore o di fronte all’ultimo ritrovato della cucina molecolare?
Solo la novità di un sapore inedito (e inaudito) o anche tracce insospettate del nostro passato? Beninteso che la memoria non può essere l’unico scopo di un “viaggio culinario”, è anche vero che assaggiando un piatto è tanto maggiore la sorpresa se questo ci rievoca un gusto del passato. Magari anche un pò dimenticato (scusate la rima).
E questa sorpresa l’ho vista negli occhi di mio marito quando ha assaggiato le mie polpette alla milanese. Erano come quelle che gli faceva la nonna da piccolo! E mai più assaggiate da allora.
Sapete, la vita è fatta di cose molto semplici, in fondo si viaggia anche per tornare.
RICETTA
Ingredienti
- Carne macinata scelta, 300 gr.
- Avanzi di arrosto o lesso, 250/300 gr.
- Mortadella, 100 gr.
- Luganega n. 1
- Uovo 1/2 (da valutare, l’impasto non dovrà essere troppo molle)
- Parmigiano 80 gr.
- Pane, 1 panino
- Latte, 1 tazza grande
- Patata lessa, 1 grande
- Pepe
- Sale
- Prezzemolo tritato
- Aglio
- Noce moscata, q.b.
- Buccia di 1 limone grattugiata
- Burro (o olio) per la frittura
Mettete a bagno il pane nel latte e quando è morbido togliete il liquido in eccesso e schiacciatelo bene con una forchetta riducendolo ad una poltiglia. Unitelo alla carne cotta tritata a quella cruda insieme a mortadella (tritata), luganega (privata del budello), patata lessa schiacciata, parmigiano, uovo e tutti gli altri ingredienti.
Impastate con le mani e lasciate riposare per mezz’ora in frigorifero. Quando avrà preso la giusta consistenza fare delle polpette schiacciate del diametro di 6/7 cm, immergetele nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Friggete fuoco medio in modo che non brucino e cuociano bene anche all’interno. Salare.
Per capire se all’impasto a crudo della polpetta non manca niente, dovrebbe “profumare”.
E’ un profumo che si impara a capire con il tempo e che io, purtroppo, non riesco a spiegarvi adeguatamente.
Tutti gli ingredienti devono emergere senza che nessuno sovrasti (specialmente quello della carne; se l’impasto sa troppo di carne macinata vuol dire che avete sbagliato qualcosa nelle dosi).
> Consiglio! Molti tendono – sbagliando – a voler “nobilitare” questa preparazione eliminando gli avanzi di arrosto: non fatelo mai! Rovinereste la bontà e la caratteristica di questo piatto il cui impasto riesce e profuma solo se c’è un adeguata quantità di carne cotta. Eliminandola invece, vi ritrovereste ad avere un impasto che sa di hamburger. Anzi, a dirla tutta, la ricetta originale prevedeva solo carne cotta (avanzata), l’aggiunta di carne fresca è un’acquisizione moderna.
Concludendo, nel’impasto “fatto a puntino” si sentirà il limone, la patata e la noce moscata ma anche la mortadella, l’aglio e il prezzemolo e l’insieme emanerà un aroma unico e gradevolissimo.
Le polpette sono ottime anche “fredde”…a temperatura ambiente.
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Anche per me i munighili sono una madeleine!
e a casa mia si fanno rigorosamente solo con carne avanzata e mortadella anch’essa avanzata…. Una volta mia mamma ha fatto l’aggiunta di carne macinata, con il risultato di scandalizzare tutta la famiglia! 🙂
La ricetta più antica vuole che la carne sia solo cotta. Io aggiungo il macinato per dargli morbidezza.. e oggi è in largo uso così. Sono buone comunque…grazie della visita 🙂